Spesso mi ritrovo a degustare i vini in perfetta solitudine.
Uso la tecnica dell’agguato: apro il frigo e ne becco una che magari è lì da un po’ (meglio comunque troppo presto che troppo tardi e trovarla ormai andata).
L’ultima “vittima” è stata un Gemola di Vignalta del 2011.
Vignalta è un’azienda relativamente giovane (1980 mi pare) dei Colli Euganei, zona vitivinicola mai sufficientemente apprezzata e valorizzata dal mercato.
Le varietà che vanno per la maggiore sono quelle bordolesi ed i risultati che si ottengono sono di tutto rispetto.
L’azienda si trova sopra Arquà Petrarca da cui si gode uno splendido
panorama. Qui troviamo dei terreni brulli e calcarei che ricordano le graves di Bordeaux.
Vignalta è stata forse la prima a credere nella produzione di qualità nei Colli Euganei, abbassando le rese ed intensificando gli impianti ed i risultati si vedono e si sentono.
Il Gemola che ho aperto è didascalico: prodotto con Merlot e Cabernet Franc, si presenta di un rosso granato vivo e luminoso, i profumi sono ben definiti ed intensi (mora, sentori di tabacco e qualche nota erbacea in sottofondo ) che si ritrovano poi in bocca, ben
amalgamati con la freschezza ed il tannino che vi accompagneranno con la classica bistecca al sangue.
Tutto perfetto?
Ahimè no, perché la perfezione si sa, non è di questo mondo. La nota dolente secondo me è la gradazione alcolica: 15 gradi cominciano a diventare tanti, troppi (almeno per me); fortunatamente la struttura del vino tiene bene l’alcol, ma io dopo due bicchieri mi devo fermare, perché poi i 15 gradi si sentono tutti.
Qui purtroppo il vignaiolo poco può fare, la vendemmia ha delle regole da seguire e le condizioni climatiche ahimè (vedi riscaldamento globale), sono quello che sono ed risultati nel prodotto finale si sentono.
I often find myself tasting wines in perfect solitude.
I use the technique I nicknamed the “ambush technique”: I open the fridge and catch one that maybe has been there for a while (better, however, too soon than too late and find it gone for good).
The last “victim” was a 2011 Gemola by Vignalta winery.
Vignalta is a relatively young winery (1980 I think) of the Euganean Hills, a wine area which has been never sufficiently appreciated and valued by the wine market.
The most popular varieties are the Bordeaux ones, and the results obtained are highly respected.
The winery is located above Arquà Petrarca from which you can enjoy a beautiful landscape. Here we find bare and calcareous soils that resemble the Bordeaux graves.
Vignalta was perhaps the first to believe in quality production in the Euganean Hills, lowering yields and intensifying plants and the results can be seen and felt.
The Gemola that I have opened is didactic: produced with Merlot and Cabernet Franc, it has a bright ruby red, the aromas are well defined and intense (blackberry, hints of tobacco and some herbaceous notes in the background) which are then found in mouth, well mixed with the freshness and tannin that will accompany you with the classic blood steak.
All perfect?
Unfortunately no, because perfection you know, it is not of this world. The sore point, in my opinion, is the alcohol content: 15 degrees begin to become many, too many (at least for me); fortunately the structure of the wine holds alcohol well, but after two glasses I have to stop, because then all 15 degrees can be felt.
Here unfortunately the winemaker can’t do much about it, the harvest has rules to be followed and climatic conditions (i.e. global warming), are what they are and the results in the final product can be feel.